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CINEFORUM 12/11/2015 (19.15)
L’insegnante di ruolo deve assentarsi perché prossima al parto e al suo posto arriva nel liceo sloveno il professore di tedesco Zupan. I metodi dell’uomo sono rigidi, freddi e punitivi, agli occhi di una classe abituata ad un clima di amichevole negoziazione tra allievi e professori. Quando una studentessa, Sabina, si suicida apparentemente senza motivo, i compagni sconvolti incolpano il professore e le sue richieste troppo esigenti. Ma, nel corso del lutto, il fronte unito della ribellione contro Zupan comincia ad incrinarsi e il vortice delle accuse si complica e si esaspera.
“Voi sloveni, quando non vi suicidate, vi uccidete tra voi”, sentenzia un ragazzo asiatico, illuminando una delle chiavi di lettura di questo riuscitissimo lungo d’esordio di Bicek. Ma, fuori dal racconto come dentro di esso, non è tutto bianco e nero, e al giovane regista non interessa solo la metafora della classe come riflesso in piccolo di una società ancora divisa al suo interno tra fazioni opposte che risalgono alla seconda guerra mondiale, né l’aderenza ad una realtà drammatica che conta in Slovenia un numero di suicidi a tutt’oggi ancora altissimo: nel suo film, mette anche un po’ di sé, con il ricordo della radio scolastica e l’episodio cardine del suicidio di una di una ragazza, che ha fatto parte della sua storia di liceale.
Soprattutto, mette in gioco una riflessione tra la modernità educativa, intesa come deresponsabilizzazione e protezione ad oltranza dei giovani dai dolori della vita, e vecchia scuola, più formativa ma meno empatica. Nel mondo odierno del “Al lupo! Al lupo!”, la serietà di Zupan lo porta a venir accusato niente meno che di nazismo e ad essere identificato con un sistema -questo sì inflessibile e immutabile- rispetto al quale la sua cultura è invece probabilmente l’unico antidoto possibile. Detto questo, Bicek si guarda bene dal fare del professore un martire, ma non salva nemmeno la ragazzina introversa o il compagno che ha perso la madre, costruendo un’escalation di sospetti e dispetti che include tutti quanti e conduce ad una vera e propria guerra, silente e camuffata come sono i peggiori conflitti sul nascere. L’abilità dell’autore, infine, sul terreno di un film tutto sommato piccolo e lineare, è proprio quella di far confliggere l’alto tasso di emotività in gioco con una messa in scena calibrata e pumblea che, se da un lato lo reprime, dall’altro ne alimenta il fuoco sotterraneo.
Il suicidio, allora, lungi dall’essere il tema del film, è solo il pretesto per fare della classe un simbolico ring, dove ci si avventa l’uno contro l’altro sull’onda delle emozioni, ma, proprio per questo, si percuote senza esclusione di colpi.
Missionari, in tutto il mondo «dalla parte dei poveri» – 18/10/2015 – 89a Giornata missionaria mondiale
I fedeli che domani in tutto il mondo parteciperanno alla Messa saranno invitati a pregare per i missionari e a donare, secondo le proprie possibilità, un’offerta per le missioni. Si celebra, infatti, l’89ª Giornata missionaria mondiale (Gmm), a sostegno delle giovani Chiese, senza distinzioni o particolarismi. Il messaggio di papa Francesco per l’occasione chiarisce «chi sono i destinatari privilegiati dell’annuncio evangelico». «La risposta – spiega il Pontefice – la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti ». È per questo che le Pontificie opere missionarie (Pom), rappresentate in Italia dalla Fondazione Missio, come slogan della Giornata hanno scelto “Dalla parte dei poveri”. Un tema caro a papa Francesco e di attualità quotidiana per i missionari impegnati nella realizzazione di un Regno di giustizia, compassione, solidarietà, a volte fino al sacrificio della vita.
Ma la Gmm responsabilizza ciascun cristiano: «La tradizione delle Pontificie opere missionarie –spiega don Michele Autuoro, direttore della Fondazione Missio – ci ricorda che questo è l’impegno anche di bambini, giovani, adulti e famiglie. Nel mondo ci sono piccole comunità cristiane che hanno bisogno di essere accompagnate nella crescita, difese, sostenute anche con l’invio e la formazione di personale apostolico e il sostegno nelle difficoltà materiali». Ecco perché le Pontificie opere missionarie promuovono a 360 gradi la dimensione
missionaria di cristiani e comunità.
A bambini e pre-adolescenti la Pontificia opera infanzia missionaria (Poim) offre la newsletter settimanale “IoVangelo” che invita alla preghiera e a nuovi stili di vita sulla Parola della domenica; la “Stella Cometa” e la Novena per il percorso d’Avvento; il poster “Porta la misericordia” per vivere il prossimo Giubileo con cuore e occhi aperti al mondo; il materiale per la Giornata missionaria dei ragazzi e la rivista mensile Il ponte d’oro.
Ai più grandi, il servizio delle Pontificie opere missionarie, svolto dai giovani per i giovani, propone tra l’altro un’esperienza estiva in un Paese del Sud del mondo, condividendo la vita dei missionari italiani. Ad adulti, famiglie e comunità la Pontificia opera propagazione della fede (Popf) propone due tipi di solidarietà: quella spirituale, con il “pellegrinaggio ad gentes”, un viaggio di preghiera che conduce ogni giorno in un Paese del mondo; e quella materiale, mediante il contributo al Fondo universale di solidarietà con il sostegno di progetti. Ai consacrati, per esprimere in senso missionario la propria vocazione, la Pontificia unione missionaria (Pum) mette a disposizione convegni di approfondimento ed esperienze di servizio nelle giovani Chiese.
Infine la Pontificia opera san Pietro apostolo (Pospa) si rivolge a chi voglia sostenere nelle missioni le vocazioni sacerdotali, provvedendo alla costruzione dei seminari e al mantenimento dei seminaristi. Per maggiori informazioni sull’animazione missionaria è a disposizione il sito www.missioitalia.it
LO SPAZIO DELL’ASCOLTO. Incontro di riflessione sull’importanza e la bellezza di essere operatore pastorale
in preparazione al sinodo
“La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”
Sabato 3 ottobre, memoria del Transito di San Francesco di Assisi, Patrono di Italia. Dalla CEI ci giunge l’invito a partecipare alla iniziativa di preghiera “Le famiglie illuminano il Sinodo”. Si tratta di creare quella stessa sera sul territorio, in forma domestica nella propria casa, o comunitaria in gruppi parrocchiali o diocesani, un incontro in cui invocare lo Spirito Santo e porre sulla finestra delle proprie abitazioni un lume acceso. E’ un modo per condividere l’incontro di preghiera che il Santo Padre presiederà con le famiglie, a Roma, in piazza San Pietro, dalle 18,00 alle 19,30 dello stesso giorno.
Incontro diocesano con Sua Beatitudine Gregorio III Laham, Patriarca di Siria e Medio Oriente che sarà padre sinodale durante il Sinodo. A tal proposito, alla presenza del nostro Vescovo, terrà una testimonianza sull’andamento dei lavori sinodali. L’incontro si terrà Lunedi 26 ottobre, alle 19,30, presso la Parrocchia Maria SS. della Colonna e San Nicola, in Rutigliano.
attività formative di inizio anno pastorale
1° settembre 2015 PRIMA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO
Sin dall’inizio del suo Pontificato Papa Francesco non ha mai smesso di stupire. Quest’uomo venuto “dalla fine del mondo” da quasi due anni sta silenziosamente traghettando la Chiesa, ma non solo, verso nuovi orizzonti, e lo fa attraverso numerosi fuori programma come il Giubileo della Misericordia, l’enciclica “Laudato Sii” o l’istituzione, poco meno di un mesa fa, della prima Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che verrà celebrata in tutto il mondo proprio oggi. “Con i vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate e i fedeli laici della Curia romana, ci troveremo nella Basilica di S. Pietro alle ore 17, per la Liturgia della Parola, alla quale invito a partecipare tutti i romani, tutti i pellegrini e quanti lo desiderano”.
Il Santo Padre, che ha affidato il suo ministero pastorale a San Francesco,sembra attualizzare il messaggio evangelico attraverso l’esempio del poverello di Assisi. “Come cristiani vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo. Per questo dobbiamo prima di tutto attingere dal nostro ricco patrimonio spirituale le motivazioni che alimentano la passione per la cura del creato, ricordando sempre che per i credenti in Gesù Cristo, Verbo di Dio fattosi uomo per noi, la spiritualità non è disgiunta dal proprio corpo, né dalla natura o dalle realtà di questo mondo, ma piuttosto vive con esse e in esse, in comunione con tutto ciò che li circonda.”
Il Pontefice, come vero profeta della storia, legge nella crisi ecologica in cui siamo immersi un richiamo alla conversione, affinché l’uomo torni a scoprire la sua primordiale vocazione, quella di custodire l’opera di Dio. Ed è proprio questo l’obiettivo principale della giornata di preghiera, risvegliare le coscienze portando al centro dell’attenzione la relazione tra individuo e natura.
All’ evento mondiale fa eco il nuovo Dossier pubblicato dalla Caritas dal titolo “Ecologia integrale. L’industria estrattiva mina sempre più ambiente e salute delle comunità locali”, dedicato in modo particolare al tema dell’ambiente e alla situazione che vive la Repubblica del Congo in Africa.
Nel testo viene ricordato come la Terra sia andata incontro ad un innalzamento costante delle temperature, al depauperamento progressivo degli ecosistemi, all’aumento del 470% dei disastri naturali negli ultimi 30 anni e alla devastazione di intere comunità. “A livello mondiale – viene sottolineato nel dossier – sono ancora una volta i più poveri a pagare il conto dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento”.
In particolare la documentazione raccolta dalla Caritas si concentra su quanto sta accadendo nella Repubblica del Congo dove l’avvelenamento dell’ambiente e delle persone ad opere delle compagnie petrolifere presenti nel Paese testimonia “un modello di sviluppo globale insostenibile, ingiusto e violento”. Anche in questo caso sembra necessaria una profonda revisione degli stili di vita dell’uomo moderno, affinché attraverso la consapevolezza dalla sua chiamata, possa collaborare a diffondere una cultura della vita e non della morte.
Solennità della Dedicazione della chiesa (08/07/1776)
“Collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1, 24)
Con l’ordinazione di don Gianni Grazioso, mentre porgiamo come comunità di S. Antonio i nostri più sentiti e affettuosi auguri per il grande dono del sacerdozio e per il suo onomastico, diamo doverosa notizia del prossimo avvicendamento che ci riguarda. Il vescovo Mons Domenico Padovano ha nominato don Gianni vicario parrocchiale di S. Maria del Carmine in Pezze di Greco per il prossimo anno pastorale. Al suo posto ha nominato l’Accolito Filippo Di Bello della Parrocchia Madonna del Rosario in Monopoli nostro collaboratore parrocchiale. Domenica 28 alle ore 10.00, mentre don Gianni, che resta in mezzo a noi per tutta la stagione estiva, celebrerà la sua prima Messa in mezzo a noi accoglieremo calorosamente Filippo. Facciamo gli auguri perchè il loro servizio sia sempre ad immagine di Gesù Buon Pastore.
FESTA S. ANTONIO 2015
Sant’ Antonio di Padova Sacerdote e dottore della Chiesa
13 giugno
Lisbona, Portogallo, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231
Fernando di Buglione nasce a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell’Arcella